Se la formazione aziendale è parte integrante della tua strategia per migliorare la soddisfazione dei dipendenti allora avrai sicuramente sentito parlare di reskilling e upskilling. Significato e definizione potrebbero, però, non essere sempre chiari.
In questo articolo andremo ad analizzare nel dettaglio il significato di upskilling e reskilling, cercando di evidenziare quelle che sono le principali differenze tra queste due tipologie di approccio formativo.
Sommario
- Reskilling: cos’è?
- Upskilling: significato e spiegazione
- Differenze tra upskilling e reskilling: quali sono?
- Upskilling e Reskilling: conclusioni
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Reskilling: cos’è?
Il reskilling è un processo formativo volto all’apprendimento di nuove abilità in maniera tale che il lavoratore possa svolgere compiti e mansioni diverse da quelle abituali.
I responsabili delle risorse umane e della formazione aziendale solitamente si interessano al reskilling quando vogliono aggiornare le competenze di alcuni lavoratori in organico che sono diventate obsolete.
In questo caso, i dipendenti verrebbero reindirizzati verso un’altra area di competenza per la quale avranno bisogno di nuove skill che gli permettano di svolgere al meglio le nuove mansioni.
Ad esempio, un’azienda potrebbe non aver più bisogno di un determinato impiegato, ma l’esperienza e la conoscenza dell’azienda di quel dipendente lo renderanno una risorsa preziosa che potrà essere spostata in una posizione differente una volta che avrà appreso una nuova abilità.
Lo stesso avviene nei casi di riconversione aziendale, un processo attraverso il quale un’azienda cambia il focus del proprio business e necessità di nuove figure per ricoprire determinati ruoli chiave.
📚 Approfondimento
Le competenze specifiche vengono anche chiamate hard skills. Scopri cosa sono e come si differenziano dalle quelle soft in questo articolo.
Upskilling: significato e spiegazione
L’upskilling si riferisce ad un processo formativo che punta a migliorare le competenze già acquisite da parte di un o una dipendente.
La persona, quindi, non subirà alcun tipo di cambiamento di mansione o percorso di carriera. Ad esempio, il miglioramento delle competenze potrà riguardare programmi di formazione specifica, tutoring, microlearning, ecc. Il principale vantaggio per le aziende è rappresentato dal fatto che non dovranno spendere tempo e denaro in processi di ricerca e selezione per assumere nuovi dipendenti in quanto potranno concentrarsi internamente e investire nelle risorse già presenti in azienda.
Provando ad essere più pratici, un esempio di upskilling potrebbe essere un corso di formazione linguistica in azienda finalizzato al miglioramento delle capacità di negoziazione in inglese degli agenti commerciali in vista dell’apertura di nuovi mercati da parte della società.
Oppure ancora, un corso di digital marketing approfondito nel caso in cui, chi si occupa di quest’area, abbia bisogno di aggiornarsi sulle ultime novità delle piattaforme pubblicitarie online.
Differenze tra upskilling e reskilling: quali sono?
Le differenze tra upskilling e reskilling sono facilmente individuabili. Il reskilling si riferisce a un processo attraverso cui il dipendente acquisisce nuove abilità per svolgere una mansione diversa. Si parla, invece, di upskilling quando il dipendente è già in possesso di alcune capacità e l’obiettivo è quello di migliorarle per svolgere al meglio il proprio lavoro.
Pertanto, nel reskilling, i collaboratori assumono un nuovo insieme di competenze che non è correlato in alcun modo alla propria posizione attuale. Nell’upskilling, al contrario, migliorano le competenze già acquisite mantenendo inalterata la propria posizione nell’azienda.
Infatti, il cambio di carriera è sicuramente una delle differenze peculiari tra i due tipi di approcci. Nel reskilling, il dipendente dovrà cambiare mansione per continuare a rimanere in azienda ed essere utile alla causa. Nell’upskilling, invece, la sua mansione non cambierà ma sarà soltanto in grado di svolgerla in maniera più efficace e efficiente.
Gli obiettivi di reskilling e upskilling
Quali sono gli obiettivi che reskilling e upskilling puntano a raggiungere in azienda? Ecco un breve elenco di finalità che possono essere condivise da entrambe le strategie formative:
- Colmare il divario digitale rendendo l’azienda più competitiva.
- Rendere più brevi e meno frequenti le procedure di selezione del personale.
- Stimolare un senso di fiducia e fidelizzazione dei dipendenti più validi dell’azienda.
- Migliorare l’employer branding dell’azienda.
- Incoraggiare una cultura aziendale dinamica basata sul miglioramento continuo delle proprie competenze.
Per introdurre iniziative di reskilling e upskilling è importante analizzare i bisogni della propria realtà aziendale per capire quali sono le competenze che il business ha bisogno.
Successivamente, sarà necessario progettare un percorso di formazione per diversi profili che si svolgerà durante l’orario di lavoro. Sarà importante anche effettuare una valutazione continua per poter valutare i progressi nelle competenze dei dipendenti che stanno affrontando questi percorsi.
Upskilling e Reskilling: conclusioni
Come abbiamo avuto modo di vedere, upskilling e reskilling sono approcci diversi che possono anche portare a un cambiamento di ruolo di un dipendente all’interno del contesto aziendale. Questo processo facilita processi come la fidelizzazione, o retention, dei dipendenti, migliora l’employer branding e aumenta la produttività, perché le aziende possono concentrarsi sui talenti già presenti, ed evitare lunghi (e a volte costosi) processi di assunzione.
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