È opinione diffusa che quando si è in là con gli anni, sia più difficile imparare le lingue. L’età dei e delle dipendenti della tua azienda non è assolutamente un ostacolo al processo di un apprendimento di una lingua. Ecco perché.
Quando un’azienda decide di investire nella formazione linguistica del proprio personale è comprensibile che si ponga alcune domande sulle capacità di assorbimento delle conoscenze della parte più anziana.
Il dubbi principali rimangono questi: è possibile imparare una nuova lingua quando si è già in età avanzata? I e le dipendenti più in là con gli anni riusciranno a memorizzare vocaboli e regole grammaticali? Qual è l’età dopo la quale è troppo tardi per iniziare ad imparare?
La realtà è che il problema non si pone. I giovani sono sicuramente più veloci nell’assimilare nuove conoscenze e flessibili nell’apprendimento, ma non c’è nulla che impedisca anche ai più anziani di imparare.
Anzi, in molti casi è proprio l’esperienza a giocare un ruolo fondamentale. Il cervello umano ha una straordinaria capacità di svilupparsi anche in età avanzata e con la giusta motivazione può raggiungere risultati incredibili. Scopriamo insieme perché anche i tuoi dipendenti più anziani possono imparare una nuova lingua.
Corsi di lingua per adulti in azienda: anche a una certa età, il cervello rimane plastico
Fino qualche decennio fa, la scienza sosteneva che lo sviluppo del cervello avvenisse solamente nei primi anni di vita di una persona, determinandone struttura e potenzialità per il resto della vita. Al giorno d’oggi, per fortuna, sappiamo che non è così.
Una svolta importante si ebbe con un studio del 2000 nel quale la ricercatrice irlandese Eleanor Maguire esaminò, assieme ai suoi colleghi, la materia grigia dei tassisti londinesi. Lo studio evidenziò che i tassisti che avevano accumulato più anni di esperienza alla guida presentavano un maggior volume di materia grigia nell’ippocampo, la regione del cervello responsabile per la memoria a breve e a lungo termine e, soprattutto, per la memoria spaziale e l’orientamento. I risultati dello studio sono una chiara dimostrazione della neuroplasticità, ovvero la capacità del nostro cervello di svilupparsi, modificarsi e creare nuove connessioni neurali.
Grazie ai numerosi studi condotti negli anni successivi, oggi sappiamo che anche lo studio può modificare la struttura del nostro cervello già dopo poche sessioni e che, più a lungo si studia, più potente sarà l’effetto. Nel 2010, alcuni scienziati svedesi hanno effettuato dei test durante sei mesi su un gruppo di giovani (dai 21 ai 30 anni) e su un gruppo di anziani (dai 65 agli 80 anni) senza riscontrare “differenze significative e correlate all’età dei partecipanti nella plasticità della microstruttura della materia bianca”.
Questi dati, da soli, potrebbero già essere sufficienti a convincerti che l’età dei e delle dipendenti non rappresenta assolutamente un ostacolo alle loro possibilità di imparare una nuova lingua.
Che cos’è la neuroplasticità? Che cosa ha a che fare con l’apprendimento delle lingue?
Le lingue possono avere un importante effetto sulle nostre capacità cognitive, anche a una certa età. Ma cosa succede al nostro cervello, quindi, quando impariamo una nuova lingua?
Uno studio del 2012 ha preso in esame un gruppo di studenti di lingua cinese in età adulta, sottoponendolo a dei test per un periodo di nove mesi. Alla fine dello studio, i ricercatori hanno riscontrato nei cervelli dei partecipanti un “miglioramento dell’integrità della materia bianca”. La materia bianca è quella parte del cervello responsabile delle connessioni neurali: connessioni migliori portano ad una migliore attività cognitiva.
Ancora più sorprendente, poi, la scoperta di uno studio condotto su un gruppo di interpreti militari nei quali, dopo appena tre mesi di apprendimento intensivo di una nuova lingua, è stato riscontrato addirittura uno sviluppo delle dimensioni dell’ippocampo.
E c’è di più. L’apprendimento linguistico sviluppa anche la riserva cognitiva, che aiuta il nostro cervello a resistere meglio al degrado cerebrale. Stai già investendo nella formazione linguistica dei e delle dipendenti più senior? Congratulazioni! Forse senza saperlo, stai contribuendo a mantenerli e mantenerle agili mentalmente e posticipando la loro “pensione cognitiva”. Il bilinguismo, infatti, ritarda di vari anni l’insorgenza della demenza senile.
L’esperienza: una risorsa straordinaria
Il personale più anziano potrà anche essere meno flessibili, entusiasti e “scattanti” mentalmente rispetto ai tuoi collaboratori più giovani, ma hanno un vantaggio competitivo assolutamente determinante: l’esperienza.
Anche quando si parla di apprendimento, l’esperienza è un’arma fondamentale. Un dipendente con qualche anno in più, che durante la sua carriera ha dovuto affrontare percorsi di formazione di vario tipo, sa qual è la strategia di apprendimento più adatta alle sue esigenze. Perde meno tempo, ha meno bisogno di essere seguito ed è maggiormente in grado di imparare in autonomia.
In uno studio di qualche anno fa, degli scienziati decisero di mettere alla prova questo “potere dell’esperienza”. Misero insieme un gruppo di anziani e un gruppo di giovani e mostrarono loro delle parole ognuna con un valore diverso, dal più basso al più alto. Dopodiché diedero piena libertà a entrambi i gruppi di concentrarsi sulle parole che volevano. Alla fine dello studio, si accorsero che i soggetti più anziani avevano dato maggior importanza alle parole con i valori più alti, pur mantenendo la stessa capacità di ricordare le altre dei loro colleghi più giovani.
Questo ci insegna che anche nell’apprendimento, soprattutto davanti ad un obiettivo concreto, l’esperienza può spesso sopperire tranquillamente all’età che avanza. Ed ecco che investire nella formazione linguistica del tuo personale più anziano diventa automaticamente un vantaggio.
- Matteo Pizzinato
È importante che le aziende valorizzino tutto il proprio personale e che offrano opportunità di sviluppo a tutti e tutte equamente, indipendentemente dall’età e da altre caratteristiche personali. Scopri i vantaggi di avere un personale eterogeneo nel nostro ebook a proposito di diversità e inclusione in azienda.